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Mattia Guarracino veste i colori blucerchiati… giocando alla Playstation. Un’intuizione che anticipa il futuro: un campionato virtuale di Serie A
La nuova frontiera del calcio? Il calcio virtuale, i videogiochi. In parallelo al mondo del pallone reale, quello che viviamo e discutiamo ogni giorno, sta crescendo il movimento degli eSports, videogame praticati a livello agonistico e professionistico. In Olanda esiste già un campionato parallelo dove i giocatori rappresentano le società della Eredivisie e anche la Premier League ha annunciato l’inizio della ePremier League, un torneo virtuale che affiancherà la stagione calcistica inglese. In Italia la prima società ad anticipare il futuro è stata proprio la Sampdoria, pioniera degli eSports in Serie A. Su idea di Massimo Ferrero il club blucerchiato ha così messo sotto contratto Mattia Guarracino, gamer per sei volte campione italiano, un italian top player di FIFA che conta quasi 70 mila iscritti sul suo canale Youtube.
Sei un giocatore della Sampdoria, ma non hai il fisico da calciatore. Ci spieghi qual è il tuo ruolo?
“Chi lo dice che non ho il fisico da calciatore? Scherzi a parte, non lo ho perché non è necessario per il mio tipo di attività. Gli eSports chiedono una preparazione mentale più che fisica, serve molta attività sul gioco e bisogna sviluppare tanta freddezza per affrontare i tornei”
Cosa vuol dire essere un gamer professionista?
“Ormai in tutta Europa esistono videogiocatori che difendono i colori dei club più importanti. Esiste un circuito di giocatori su FIFA 19 che si danno battaglia in un Mondiale per Club. Ogni società di calcio viene rappresentata dal suo videogiocatore, io rappresento la Samp. Quello che faccio non è semplicemente giocare sdraiato su un divano, si parla di videogiocare a calcio a livello competitivo.”
Come si possono seguire i tuoi tornei e vedere come difendi i colori della Samp virtuale?
“Tutto quello che faccio si può seguire sui miei social, Instagram, Facebook e Youtube, dove metto anche i link per vedere le mie partite in streaming. Anche la Samp racconta gli eventi ai quali partecipo attraverso i social, da poco è inoltre nata anche una pagina della Sampdoria su Instagram dedicata agli eSports”
Secondo te tra quanto arriverà il campionato virtuale di Serie A?
“Manca soltanto da noi, in tutta Europa ogni nazione ha attivato il suo campionato virtuale. Spero che arrivi al più presto anche qui, magari già dal prossimo anno…”
Cosa pensavi della Samp prima di questa esperienza? E ora?
”Ho sempre subito il fascino della Samp, sono sempre stato attratto dai colori di quella maglia e il blu è uno dei miei colori preferiti. Inoltre, quando giocavo a calcio reale, era il periodo di grandi campioni in blucerchiato: da Veron a Mancini, colori associati a grandi idoli. Impossibile non provare simpatia per la Sampdoria, è una di quelle squadre che difficilmente stanno antipatiche…”
L’idea della Samp virtuale si è concretizzata grazie alla volontà del presidente Ferrero. Come è stato il rapporto con lui?
“Principalmente è stata una sua idea. Io ero tra i fondatori della eSports Academy e avevo già vinto 6 campionati italiani. Abbiamo fatto una proposta al presidente, un’idea rivoluzionaria che lui ha subito apprezzato. È stato il primo a capire la portata di questa novità, poi sono via via arrivate le altre società italiane: Roma, Empoli, Genoa e Parma”.
Secondo te un giorno ci saranno 11 videogiocatori che rappresenteranno la Samp in una partita virtuale?
“Credo sia impossibile, anche se mai dire mai. È una cosa molto lontana dagli interessi degli stessi sviluppatori dei giochi. L’identità degli eSports nasce dalla possibilità di giocare 1 contro 1, di gestire un 11 virtuale da soli. Se diventasse un 11 contro 11 sarebbe una replica eccessiva del calcio giocato, perderebbe il suo senso”.
Lo scorso Weekend sei stato ospite al Festival dello Sport di Trento: che esperienza è stata?
“Bellissima. Mi sono ritrovato insieme a leggende come Maldini, Sacchi, Ancelotti e Guardiola. È stato un evento storico, il primo festival in cui si è parlato di eSports così tanto. È stato un appuntamento molto importante dal punto di vista culturale, grazie anche allo spazio che ci ha dato la Gazzetta. Tante persone che non conoscevano questa realtà hanno potuto farsi un’idea, un ulteriore passo avanti per tutto il movimento”.