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Era l’estate del 1997 e la nostra amata Samp si preparava ad affrontare un campionato difficile, il primo senza Bobby Gol, il primo di una nuova era. Per ricominciare Enrico Mantovani si era affidato ad un decano del calcio argentino, Luis Cesar Menotti, campione del mondo con l’Argentina nel 1978.
Insieme a lui la maglia numero dieci passa sulle spalle di Angel Matute Morales, un 21enne che arriva dall’Independiente e viene definito un giovane fuoriclasse. I volti nuovi sono tanti ma i giovani tifosi blucerchiati sono incuriositi in particolare da un arrivo sotto traccia, quello di un attaccante ormai 32enne che arriva dal Cagliari. In Sardegna ha segnato 12 gol in 23 presenze, il suo soprannome è Cobra e si chiama Sandro Tovalieri.
La maglia numero 13 della Samp diventa a sorpresa una delle più vendute, Sandro è quel tipo di bomber che non è bello da vedere ma fa sempre male. In poche settimane diventa un mito dell’underground blucerchiato, i tifosi lo accolgono con affetto e lui ricambia con 3 gol in 9 partite. La squadra è però un disastro, la preparazione di Menotti non ha niente a che fare con i ritmi della Serie A e già a novembre arriva l’epurazione con il ritorno di Boskov alla guida. Così come Klinsmann anche Tovalieri non viene risparmiato dal repulisti e viene ceduto al Perugia, per la delusione di tutti coloro che erano impazziti senza motivo per quella maglia numero 13, una polaroid dal passato che evoca sensazioni e profumi di un estate ben precisa, quella del 1997…