Da bambino aveva i capelli chiarissimi, motivo per cui tutti lo chiamavano “El Lavandina”. Nelle giovanili della Platense, in Uruguay, il suo senso del gol spiccava tra quello dei coetanei. Stiamo parlando di Gonzalo Bergessio, nato in Argentina a Cordoba ma sbocciato in Uruguay. Con la Platense segna subito 28 gol in 90 partite, poi torna in patria prima all’Instituto e poi al Racing. Il Benfica lo porta per la prima volta in Europa nel 2007 ma dopo sole 3 presenze è di nuovo Argentina, con il San Lorenzo. Quella del 2008/2009 è la stagione che lo consacra con il nuovo soprannome di “El Toro”, segna 23 gol in 52 partite e riparte per l’Europa, destinazione Francia. Dopo due stagioni con soli 5 gol il Saint-Etienne lo manda in prestito a Catania e sotto l’Etna Gonzalo segna 5 reti in 13 partite. Torna A Catania definitivamente nel 2011, ci resterà tre stagioni con 30 gol in 92 partite. Nell’estate del 2014 arriva alla Samp con Mihajlovic dopo aver rifiutato il Genoa. È l’anno di Eto’o e Muriel e dopo 23 partite ed un gol a Parma Gonzalo saluta il blucerchiato per andare in Messico, all’Atlas. Dal 2018 Bergessio è tornato nel paese che lo ha lanciato, l’Uruguay, e con la maglia del Nacional ha segnato già 23 reti in 45 partite. A 35 anni non ne vuol sapere di appendere le scarpe al chiodo e nelle scorse settimane un rumor di mercato lo ha avvicinato al Cagliari del suo mentore Maran, ipotesi però scartata dalla dirigenza sarda.

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