Nel giorno dell’addio al grande Vittorio De Scalzi ricordiamo la genesi di “Lettera da Amsterdam”, uno dei suoi capolavori più belli: “Eravamo nell’ufficio del Presidente Mantovani e alle sue spalle vidi una foto della sirenetta di Copenhagen con una sciarpa blucerchiata al collo probabilmente messa da un tifoso – raccontò Vittorio De Scalzi – Ci venne quindi l’idea di raccontare una storia simile, di un tifoso fuori dall’Italia, non per forza la Danimarca. Cantandola venne bene con le ciminiere e i tulipani e quindi ci spostammo sull’Olanda. Ho adottato due ragazzi brasiliani che al tempo avevano 6 e 8 anni, naturalmente feci sentire loro le canzoni e la prima volta che li portai allo stadio, fu una delle gare in cui partì la sciarpata con Lettera da Amsterdam in sottofondo. Quando la sentirono uno si alzò gridando “questo è il mio papà!” lo presero quasi per matto. Fu emozionante”.

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