Tra tessera del tifoso, fidelizzazioni, tornelli e varie card il presente del calcio è già un incubo. E se il futuro fosse ancora peggio? Durante il convegno Calcio social responsibility – strategia 2030 a Milano, l’amministratore delegato della Serie A Luigi De Siervo ha parlato di un progetto che mette la pelle d’oca:  introdurre il riconoscimento facciale biometrico per l’ingresso negli stadi. L’idea è stata presentata come un’opportunità nella lotta al razzismo, attraverso la scansione facciale si potrebbe infatti risalire a chi si rende colpevole di atteggiamenti discriminatori. 

​Il progetto, che sarà sviluppato nei prossimi mesi e poi presentato al governo italiano, punterebbe a inserire nelle condizioni di acquisto di biglietti e abbonamenti la richiesta una liberatoria per l’utilizzo dei propri dati biometrici. Questi dati sarebbero utilizzati per l’ingresso dei tifosi ai tornelli, facilitando così ulteriormente il riconoscimento di ogni singolo tifoso all’interno dello stadio.

Questa tecnologia dal 2021 è già utilizzata da alcune società di Major League Baseball in Usa, ma in Italia la proposta suscita già molti dubbi per una questione di privacy. Scannerizzare i volti di chi entra allo stadio non sembra infatti un’introduzione facile da proporre ed è prevedibile che il mondo del tifo organizzato possa reagire con rabbia a questa nuova limitazione. Di sicuro la giustificazione della lotta al razzismo appare come un pretesto per una novità clamorosa che cambierebbe ulteriormente e forse irreversibilmente il mondo del tifo.

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