I più giovani probabilmente non sanno neanche chi è, ma basta chiedere a genitori e nonni sampdoriani per strappare un sorriso. Diamiano Damoia, per tutti “Tamburino”, è stato un mitico tifoso blucerchiato che per tanti anni ha colorato con la sua simpatia e la sua passione il Luigi Ferraris.

Nato a Torre Annunziata il 22 ottobre del 1920, Damiano Damoia si era trasferito a Genova nel 1947 per cercare lavoro. Innamoratosi della Samp aveva iniziato a seguire la squadra senza perdersi una partita. La leggenda vuole che, dopo un’operazione alle corde vocali che avrebbe richiesto una lunga rieducazione, andò alla partita ignorando i consigli del suo medico e gridando contro l’arbitro recuperò di colpo la voce. Indossava la maglia blucerchiata, prima con il numero 12, che divenne 13 quando fu introdotto il portiere di riserva. Poi, via via, numeri più alti, con l’allungarsi delle panchine. Negli anni d’oro ne ebbe una con tanto di nome e il numero 100, fatta confezionare per lui dal mitico Paolo Borea.

Per anni è stato un trascinatore del tifo blucerchiato e andava fiero delle oltre 500 trasferte al seguito della Samp di cui si vantava.​ Da più giovane era una presenza fissa in gradinata Sud, poi con il passare degli anni si era spostato in tribuna e lo si poteva vedere spesso dietro le panchine fare su e giù da una parte all’altra del Luigi Ferraris con la sua trombetta blucerchiata. Tamburino è volato in cielo il 26/3/2003 all’età di 82 anni, ciao grande Damiano, non ti dimenticheremo mai!