Settima puntata di Blucerchiado live, le nostre dirette su Instagram con gli ex calciatori della Samp. Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con il Toro di Sora, Pasquale Luiso, che ha ricordato i suoi trascorsi in blucerchiato, la promozione sfiorata al primo anno e i retroscena con i compagni e il mister Cagni. In blucerchiato ha totalizzato 50 presenze con 15 reti dal gennaio 2001 al giugno 2002.

Sei arrivato alla Samp nel mercato invernale del 2001 scendendo dalla serie A. Com’era nata quell’opportunità di venire a Genova?

“Ero in serie A con il Vicenza e non volevano assolutamente darmi via, ma il richiamo della Samp era forte: una piazza importante a prescindere dalla categoria, Cagni mi voleva fortemente, squadra formidabile. Quella stagione ho fatto anche bene facendo 10 gol e sfiorando la promozione in A per un punto. Sono orgoglioso di aver indossato quella maglia molto prestigiosa e molto invidiata”.

Quell’anno la partita decisiva fu la trasferta a Piacenza dove eravamo passati in vantaggio con un tuo gol. Le speranze promozione si infransero in quel match, cosa vi è mancato per ottenere la promozione?

“Quei tre punti persi a Piacenza ci hanno un po’ rallentato la corsa, ma avevamo fatto un girone di ritorno importante vincendole quasi tutte. Il percorso è stato strepitoso anche se non abbiamo poi ottenuto la promozione”

Sei rimasto a Genova anche l’anno dopo sempre con Cagni ma le cose non sono andate bene, sia a livello personale che di squadra. Cos’è successo?

“C’è stato il cambio tecnico dopo poche giornate e mi sono infortunato per 3 mesi. Non è andata bene e abbiamo rischiato di retrocedere. Poi sono andato via dopo la salvezza perché ci fu il cambio societario e la conseguente rivoluzione tecnica. Siamo andati via in tanti: io, Possanzini, Marcolin, Vasari, D’Aversa. Il più grande rammarico rimane la mancata promozione in serie A dell’anno precedente”

Che ricordi hai dei tuoi ex compagni di quel periodo, vi sentite ancora?

“Si mi sento con Flachi, Traversa, Marcolin, Grandoni, Lombardo, un grande. Una volta ho fatto un gol su un suo cross sotto la grandinata sud e mi venuto ad abbracciare. Gli ho detto: ‘sembra che sei venuto ad abbracciare Vialli’, mi è venuta la pelle d’oca!'”

Un’emozione unica che riporta a quei bei tempi. Te la ricordi la Samp d’oro, la seguivi?

“Certo, chi non la seguiva? Mi ricordo da ragazzo quello stadio alla tv e quella maglia bellissima. E’ una maglia che tutti i ragazzi ambiscono ad avere. Una l’ho incorniciata vicino ai miei trofei, altre le ho nascoste perché me le chiedono ancora, ma non si toccano. E’ troppo bella quella maglia!”

Quando hai iniziato a giocare c’era un giocatore che ti faceva sognare a cui ti ispiravi?

“Vialli, ho sempre imitato lui. Giocavo come lui con i calzettoni abbassati. È sempre stato il mio idolo nonostante fossi milanista”

Con Flachi eravate una coppia assortita. Com’è stato giocare in coppia con lui?

“Francesco era pazzesco, molto forte. Quella testa l’ha un po’ frenato, ma quando era in giornata era veramente dura, mi sono trovato bene. Quell’anno giocavamo io e Flachi con Possanzini e Vasari, abbiamo fatto molto bene la prima stagione. Sono stato molto fortunato a giocare con calciatori del calibro di Flachi, Criniti, Zauli. Erano fantasisti eccezionali”

Uno dei tuoi gol viene ricordato come uno dei più belli degli anni ’90, quello contro il Milan. Come ti sei sentito di fare quel gesto tecnico? Nell’intervista post partita eri molto commosso perché sei milanista..

“Dopo quel gol è stato pazzesco, ne parlavano tutti ed è stata una giornata incredibile. Ne ho fatte tante di rovesciate così nella mia carriera, magari in categorie inferiori, ma è normale che tutti ricordino quella contro il Milan”

Noi doriani siamo molto legati alla Coppa delle Coppe, che te conosci bene. E’ stato uno dei momenti più belli per te, cosa ti ricordi di quella esperienza con il Vicenza e secondo te perché hanno tolto questa competizione?

“Sono stato capocannoniere con 8 gol di quell’ultima edizione, ma Vialli col Chelsea me l’ha portata via in quella semifinale maledetta. Forse sarebbe cambiata la mia carriera se avessimo vinto quella coppa, magari anche il destino dello stesso Vicenza visto che poi a fine stagione Guidolin è andato via. Avevo qualche richiesta ma non sono mai riuscito ad approdare in una grande. La grande in cui ho giocato è la Samp, anche se in serie B è un motivo di orgoglio. Forse potevo fare qualcosa in più nella mia carriera ma va bene così”

Ti è mai capitata l’opportunità di andare in una squadra estera?

“C’è stata la possibilità di andare in Inghilterra al Middlesbrough, mi confidai anche con Branca, che mi consigliò però di andare a Londra. Era la stagione ’97/’98 ed ero al Vicenza”

Appesi gli scarpini al chiodo hai iniziato l’avventura da allenatore, com’è mister Luiso?

“Cerco di farmi amare dai giocatori, sono molto disponibile. Poi la domenica però entro in clima partita, fino al sabato scherzo e spiego tutto ai miei calciatori, poi non mi si può parlare. Sono molto pratico e meno teorico, preferisco badare al sodo”

Tra tutti i mister che hai avuto ti viene in mente qualche aneddoto che ti ha insegnato qualcosa di utile anche per la carriera da mister?

“E’ molto facile parlare di Guidolin o Reja, ma guardo da dove sono partito, quello che mi ha dato di più è stato l’allenatore ai tempi del Sora Claudio Di Pucchio, un mister all’antica, un bel sergente. E’ un grandissimo allenatore e gli devo tanto. Ricordo anche Mutti che rischiò facendomi giocare al posto di Tentoni da debuttante. Ho litigato comunque con tutti, non me ne scappava uno (ride n.d.r.)”

Che rapporto c’era con mister Cagni? Flachi ci ha confidato che chiedeva tanto..

“Cagni, avendo allenato Inzaghi, mi diceva sempre di andare sul primo palo. Ma io sono sempre andato sul secondo! Lui insisteva perché prendeva come riferimento solo Pippo”

Cosa pensi del futuro di questo sport in questo periodo molto difficile?

“Spero vada tutto bene, dobbiamo vedere cosa accadrà. Come ho già detto in altre interviste io sono per lo stop e programmare il prossimo campionato in modo da potersi preparare meglio. Tutti noi che amiamo il calcio ci aggiorniamo costantemente, c’è sempre da imparare, anche in categorie inferiori. Dobbiamo essere bravi e stare attenti a seguire tutte le norme dal 4 maggio”

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